Già, avete letto bene. Il titolo potrebbe sembrare una provocazione…
Anche il più giovane studioso di psicologia o di pedagogia, fin da subito, si sente ripetere dai professori quanto sia importante per un genitore – così come per un educatore o un insegnante – fissare dei paletti ben precisi, dare delle regole nette e saper dire di “no” per indirizzare i propri figli/alunni verso il rispetto e la disciplina.
Se questo assunto è senza dubbio veritiero – con la dovuta flessibilità per le questioni che lo richiedono – è altrettanto vero che qualcosa cambia in quella fase così delicata, ma altrettanto affascinante, chiamata adolescenza. Il puntuale rifiuto delle regole, la ricerca della sfida e dello scontro, le provocazioni e le discussioni vanno a minare il rigido sistema di condizioni che fino a quel momento sembrava funzionare.
Non è raro assistere a genitori che manifestano difficoltà in questa fase, faticando a mantenere il controllo della situazione, domandandosi spesso cosa fare o come gestire determinate situazioni. Proprio da questa difficoltà nasce l’importanza di modificare e adeguare i propri schemi educativi alla nuova fase di età e di crescita che attraversano i figli.
Sia ben chiara una cosa: adeguare il proprio stile educativo alle nuove esigenze dell’adolescente non significa perdere il proprio status genitoriale, né divenire ostaggio di tale sfida! Allo stesso tempo, è molto importante divenire consapevoli che in questa fase si assiste ad un graduale rifiuto delle regole, per cui il genitore e l’insegnante non devono più adottare esclusivamente un sistema rigido, ma una flessibilità educativa che consenta all’adolescente di fare delle piccole esperienze, di avere delle ambizioni e dei sogni (a volte anche impossibili), di fantasticare e di confrontarsi con i coetanei sulla propria quotidianità, così come sui testi delle canzoni preferite, sugli eventi della vita, ecc.
Un adolescente che non abbia la possibilità di sognare, di sfidare “il sistema” che finora ha subito, di fantasticare sul proprio domani, rischia di perdersi in un conformismo che imprigiona, nonché di non poter sviluppare le proprie abilità personali.
E’ vero, da genitori tutto ciò può preoccupare. Le prime esperienze, il cambiamento di look e di stile, il dialogo sempre più scontroso e compromesso sono solo alcuni degli elementi che creano scompiglio… Se però facciamo un salto indietro e pensiamo alla nostra adolescenza, ci verrà in mente qualche episodio in cui anche noi abbiamo preteso (o avremo voluto pretendere) maggiore libertà: uno spazio tutto nostro, un nostro linguaggio, un nostro stile, in cui anche il semplice “far niente” aveva in quel momento un significato preciso.
In un Mondo sempre più preda della paura ed in cui i giovani si sentono costantemente precari, diventa fondamentale poter sviluppare le proprie capacità mentali e sociali, nonché le proprie abilità. Tutti noi sappiamo che il miglior insegnante è l’esperienza sul campo, l’aver fronteggiato le prove della vita e l’aver tratto profitto dal proprio vissuto.
Se voglio che mio figlio inizi a fronteggiare la vita e sviluppi puntualmente le sue abilità, di quanti “no” dovrò continuare a costruire il recinto attorno a lui?
I “sì”, quelli veri, quelli sentiti, non soltanto aiutano a crescere, ma inviano all’adolescente un messaggio preciso e profondo: “mi fido di te”.
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