Si avvicina l’estate e con essa, puntuale ogni anno, la temibilissima “prova costume”. Ed ecco che molti amanti del “fai da te” ricorrono a diete prive di ogni fondamento o, peggio che mai, a veri e propri digiuni.
A questo proposito, nella nosografia psichiatrica esiste un disturbo alimentare chiamato Binge Eating. Secondo tale classificazione tradizionale, questo disturbo si caratterizza di episodi ricorrenti di abbuffate. Andando ad osservare cosa accade in questi soggetti, però, ci si rende conto che le abbuffate sono molto spesso precedute da giorni in cui si mangia troppo poco o non si mangia affatto! Le abbuffate, quindi, sono solamente metà del problema: l’altra metà è caratterizzata dal digiuno o dall’eccesso di restrizione che le precedono.
Non tenere in considerazione questo perverso meccanismo potrebbe indurci in inganno, cercando la soluzione in delle nuove diete o in dei percorsi nutrizionali specifici. Il circolo vizioso che alimenta il Binge Eating, infatti, non è la mancanza di controllo, ma l’eccesso di controllo che fa perdere il controllo.
Chi soffre di Binge Eating vive un’alternanza di periodi prolungati di astinenza dal cibo e di adesione a un regime alimentare drammaticamente ipocalorico, con momenti di consumo smodato del cibo, assimilabili a vere e proprie abbuffate.
L’elemento caratterizzante del disturbo non è l’abbuffata, ma il digiuno o semidigiuno che la favorisce.
E’ bene specificare che il Binge Eating non va minimamente confuso con la Bulimia.
-Nel Binge Eating le abbuffate avvengono sempre dopo periodi di digiuno o semidigiuno;
-Nella Bulimia le abbuffate NON sono precedute da digiuni o semidigiuni. Le persone riferiscono di essere sempre a dieta, ma non riescono mai starci.
Si tratta di una differenza importante. Nel primo caso infatti è essenziale rompere il circolo vizioso “digiuno-abbuffata”, nel secondo caso creare una capacità autoregolativa.
Il controllo è una capacità che si può acquisire e allenare solamente con l’equilibrio. A volte, per restare o tornare in equilibrio è necessario richiedere l’intervento di qualcuno che ci aiuti in questa importante missione.
Persistere in diete restrittive “fai da te” o addirittura in digiuni e sacrifici non fa che provocare uno squilibrio: primo precursore della perdita di controllo.
“L’ingordigia è un rifugio emotivo: è il segno che qualcosa ci sta divorando” Peter De Vries