Immaginiamo un corso d’acqua che deve fare un lungo tragitto prima di gettarsi in mare. Esso ha bisogno di argini, se questi “non tengono”, straripa provocando dei veri disastri.
I bambini sono proprio come il fiume, per crescere hanno bisogno dei genitori (argini). Essi hanno il compito di indicare loro quali sono le regole e i limiti entro i quali muoversi con libera autonomia. In questo modo, quando arriverà il momento, saranno in grado di tuffarsi con sicurezza in mare, ovvero nella vita adulta.
Interiorizzare le regole è quindi necessario per diventare degli adulti indipendenti e sicuri di sé.
Le regole nei bambini consentono di crescere con un’adeguata sicurezza in sé stessi e nelle proprie capacità. Esse sono quella cornice all’interno della quale il bambino può muoversi in sicurezza, allenando l’abilità di negoziare, attendere, mediare e rinunciare. È attraverso le regole che il bambino si rende conto di una realtà esterna che suscita emozioni e sensazioni con cui confrontarsi. Le stesse neuroscienze moderne hanno evidenziato come la presenza delle regole sia in grado di favorire una buona formazione del cervello.
Quando i genitori si sentono provocati dai capricci, può capitare che cedano e che la disciplina si concentri sul rilascio dei propri sentimenti. In questo modo, l’insegnamento del bambino passa in secondo piano e la partita viene persa.
I genitori sono molto più efficaci quando hanno padronanza delle proprie emozioni e sono in sintonia con i loro figli. Ogni qualvolta il genitore si lascia rapire da senso di colpa, rabbia o frustrazione diviene necessariamente più debole e la sua costanza nel far rispettare le regole viene meno. A tal proposito, una grande aiuto può arrivare dall’essere coerenti con l’impegno preso. Se decidiamo delle regole, dobbiamo farle rispettare. E’ preferibile concordare con l’altro genitore delle regole meno rigide, ma che siamo certi di poter far rispettare che adottare un regime militare in cui noi per primi staremo male.
E’ evidente che le regole vanno calzate e adeguate all’età e alla fase di sviluppo del bambino/ragazzo. Non occorrono 20 regole, ma poche e che possano consentire la crescita personale ed emotiva.
Ognuno di noi dovrebbe pensare al “tempo delle regole” come a una magnifica occasione. In un Mondo dove coloro che rispettano le regole sono sempre meno e dove il nostro essere cittadini civili si sta deteriorando, il tempo delle regole diviene il metodo principale per poter formare i ragazzi all’interno di un contesto protetto. Al contrario, se non siamo in grado di far rispettare alcune regole dentro casa, scordiamoci che i nostri ragazzi possano farlo fuori.
“Un ‘no’, perché abbia peso e valore, deve essere spiegato, non può essere solo imposto.
Un ‘no’, come una regola, richiede coerenza, componente essenziale dell’autorevolezza” P.Crepet