Spesso ci dimentichiamo di quanto sia importante arrivare a credere in se stessi e nelle proprie capacità. Molte volte, la nostra autostima, così come quella dei nostri cari, viene delegata al fato, alle buone opportunità o addirittura al caso. Se la questione riguarda i nostri figli, siamo soliti dire “dovrebbe credere più in se stesso, avere più fiducia“, senza però concentrarci su cosa potremmo fare concretamente per aiutarli in questa buona riuscita. Certo, dare il “buon esempio” può essere sicuramente di aiuto, ma a volte non è sufficiente o può addirittura alzare le aspettative nei confronti del proprio figlio.
Quindi cosa fare?
Ecco 3 accorgimenti che possono essere di aiuto:
- Non aver paura di fare un passo indietro:
Molto spesso, l’atteggiamento protettivo del genitore impedisce al figlio di fare le proprie esperienze, di fronteggiare le difficoltà, quindi di crescere. Senza la possibilità di correre dei piccoli rischi, di far fronte alle prime difficoltà o di rispondere in prima persona dei propri errori, si fa fatica a fare delle esperienze che possano essere correttive. Nella maggior parte dei casi, questo è possibile solamente facendo un passo indietro a livello genitoriale, lasciando tempo e modo per far fare al figlio due passi in avanti.
- Sì agli elogi, ma senza eccessi:
Sappiamo bene quanto un figlio abbia bisogno di essere incoraggiato al perseguimento dei propri obiettivi… Ma è opportuno stare bene in guardia da un eccesso di elogi e/o rassicurazioni. Gli elogi, a lungo andare, possono far credere al ragazzo che in fondo non è poi così importante impegnarsi, che pur non dando il massimo si può ottenere gratificazione. Le rassicurazioni sono addirittura un’arma a doppio taglio. Se in alcuni casi possono sembrare indispensabili, a lungo andare alimentano preoccupazione e insicurezza personale. Il figlio cresce con la necessità di dover essere sempre rassicurato prima di compiere le proprie azioni: l’esatto opposto della fiducia personale.
- Critichiamo le azioni o i comportamenti, mai la persona:
Le uniche critiche che possono definirsi “costruttive” sono quelle che condannano la cattiva azione o il comportamento sbagliato. Dovremmo guardarci bene dal condannare la persona o dall’etichettarla come “sbagliata” o “dannosa”. Il rischio del processo di etichettamento è proprio quello di promuovere altri comportamenti sbagliati o addirittura pericolosi.
Come genitori, si ha un enorme impatto sull’autostima dei figli. Usando questa influenza nel modo giusto, è possibile aiutarli a diventare adulti responsabili, competenti e fiduciosi.