Inutile girarci intorno: siamo in una situazione di emergenza. E come in tutti i momenti di emergenza è facile ritrovarsi disorientati, spaventati e preoccupati per qualcosa che ci ha letteralmente sconvolto e che non sappiamo quando finirà.
I bollettini parlano chiaro, i contagi aumentano, molti negozi sono stati costretti a chiudere per tutelare la salute collettiva e alcuni di noi si ritrovano addirittura in quarantena.
In questi momenti, come sapete bene, è fondamentale riuscire a gestire ansia e paura, così come smarrimento e tensione. Come possiamo fronteggiare efficacemente l’ansia, la paura e la tensione in un momento del genere?
Ecco i miei 3 consigli utili:
- Impariamo a fare silenzio: Vivere costantemente con il notiziario acceso, subire il bombardamento mediatico ed il “bollettino di guerra quotidiano”, sono tutte modalità che generano inquietudine e comportano uno stato di allarme ridondante, un qualcosa che sembra non darci scampo. No, non si tratta di vivere disinformati o di ignorare il problema, ma di circoscrivere il nostro “aggiornamento” ad un’unica occasione, creando momenti di respiro più lunghi, ben lontani dal massacro mediatico che ci costringe a prestare il fianco. Lo stesso vale per le nostre più frequenti chiacchierate o confronti sul tema. Cerchiamo di evitare quanto più possibile i consueti scambi sull’argomento con i familiari, gli amici o il vicino di casa. Il nostro parlare del problema può diventare una specie di ritornello, perfettamente in grado di non farci concepire altro.
- Evitiamo forme di auto-analisi o di ascolto continuo del nostro corpo: Misurare spesso se abbiamo la febbre o se respiriamo bene, porre attenzione ad ogni singolo starnuto o colpo di tosse sono tutte modalità che alimentano la paura. Le più influenti modalità di comunicazione che abbiamo con noi stessi e con i nostri cari sono proprio i comportamenti che adottiamo. Se misurerò due volte al giorno la temperatura di mio figlio o lo sottoporrò a cure importanti per un semplice raffreddore, con molta probabilità, gli passerò un messaggio di eccessiva preoccupazione rispetto al suo reale stato di salute, col rischio che si ammali realmente… ma di ansia!
- Adottiamo comportamenti responsabili: Non cadere nella trappola dell’eccesso di prevenzione e/o preoccupazione, non significa agire irresponsabilmente. Le indicazioni di massima sono quelle che ormai tutti conosciamo e che lo stesso Ministero ha più volte raccomandato, come lavare spesso le mani, mantenere le distanze di sicurezza dall’altro, tossire e starnutire sul braccio (all’altezza del gomito) e soprattutto evitare di uscire se non per motivi di estrema necessità (lavoro, sanità, sussistenza).
Questa battaglia, a differenza della maggior parte delle battaglie in cui ci viene chiesto di affrontare il nemico in campo aperto, può essere vinta solo aspettando pazientemente. Aspettare che questo stesso nemico, non trovando più il suo sostentamento, muoia da solo…
Aspettare, pazientemente: l’esatto contrario di ciò che ci detta l’ansia di agire.
“Chi teme di soffrire soffre già di quel che teme” M. De Montaigne