“Il saggio basta a se stesso“. Con questa frase Seneca non intendeva dire che l’individuo dovesse rimanere solo, quanto piuttosto rinunciare a tutto ciò che non vale la pena essere vissuto. Assumere questa prospettiva implica di circondarsi di persone affini, positive e con le quali sviluppare intense, quanto costruttive, relazioni.
Sempre più spesso, purtroppo, molte relazioni sono rette su forme patogene di dipendenza o di bisogno, promuovendo rapporti tossici o comunque disfunzionali. Il sentimento cede il passo alla paura; l’indecisione – se non gestita – può tramutarsi in ossessione.
Le capacità relazionali si devono costruire per riuscire a stare da soli, e si deve coltivare la capacità di stare da soli per avere relazioni migliori con gli altri. Anche nello stesso Vangelo si parla di “amare il prossimo come se stessi“, quindi se non si è in grado di stare bene con il proprio “Io” diventa difficile costruire una relazione sana con l’altro. Un “Io” sacrificato per qualcun altro, finisce per non essere più soddisfatto, divenendo mancante e bisognoso, aprendo le porte alla sofferenza relazionale.
“Amare se stessi è l’inizio di una storia d’amore lunga tutta una vita“
Oscar Wilde