Una frase ripetuta con le medesime parole, ma in ordine diverso, non è più la stessa frase. Questa sorta di assioma può risultare assai banale ai nostri occhi e, ancor più sottovalutato, potrà sembrarci l’effetto che determinate espressioni linguistiche, ordinate in maniera diversa, possono produrre nella nostra mente e sui nostri pensieri.
Si consideri, ad esempio, una situazione di questo tipo:
«Due novizi si recarono dal padre spirituale. Il primo novizio chiese: “Padre, posso fumare mentre prego?“. E fu cacciato per la sua insolenza. Il secondo novizio chiese: “Padre, posso pregare mentre fumo?”. E fu lodato per la sua devozione».
Il nostro linguaggio verbale, così come la nostra comunicazione non-verbale, influenza gli altri, così come noi stessi. Se da un lato comunichiamo continuamente, al punto che molti dei nostri processi linguistici avvengono in modo semi-automatico, dall’altro avremo certamente notato come, nelle nostre interazioni, il risultato cambia in base ai toni, ai sorrisi, agli sguardi e a tutto ciò che influenza e classifica il nostro messaggio. E questo vale anche nella comunicazione con noi stessi! La nostra percezione delle cose cambia a seconda di come costruiamo le nostre realtà.
A tale proposito, il grande filosofo e matematico B.Pascal, nella sua famosa opera “Pensieri”, ha evidenziato come nel linguaggio scritto e parlato “è l’ordine delle parole a determinare il prodotto finale“. Le stesse parole, in ordine diverso, creano qualcosa di nuovo: anche per noi.