Quali sono i principali stereotipi o luoghi comuni legati all’andare dallo psicologo?
Ne discuto alcuni…
1. SI VA DALLO PSICOLOGO SE SI E’ MATTI O MALATI: La maggior parte delle persone che si rivolgono allo psicologo non presenta una malattia mentale o un disturbo conclamato, ma necessita di supporto per affrontare e superare le problematiche della vita o del quotidiano (relazioni, stress, problemi lavorativi, nella gestione dei figli, ecc).
2. IO NON HO BISOGNO DI NESSUNO, SO CAVARMELA BENISSIMO DA SOLO: Sapere cosa fare non significa essere in grado di farlo. Nella maggioranza dei casi, sappiamo cosa dovremmo fare, ma non siamo capaci di farlo (per paura, perché ne temiamo le conseguenze, perché non vogliamo attraversare quella sofferenza, ecc). Non si tratta di “farcela da soli”, quanto di superare definitivamente quell’ostacolo alla felicità.
3. SI VA DALLO PSICOLOGO PER SFOGARSI: La figura dello psicologo è ben diversa da quella del “buon amico con cui confidarsi”.
La tecnica, così come la comunicazione e la relazione che si costruisce e si utilizza all’interno di un contesto terapeutico, si differenzia notevolmente da ciò che viene promosso, con le migliori intenzioni, da una persona di fiducia, ed è principio cardine di un processo di problem-solving senza il quale sarebbe molto difficile raggiungere risultati concreti;
4. SI VA DALLO PSICOLOGO PER ESSERE ANALIZZATI O PER PARLARE DELLA PROPRIA INFANZIA: Da ormai decine di anni la maggior parte delle scuole di pensiero psicologico preferisce concentrarsi sul disagio e sulla sua manifestazione presente, quindi su ciò che accade “qui ed ora”, evitando di dilungarsi eccessivamente sull’intera storia della persona e dei suoi familiari.
La persona che si rivolge a uno psicologo è portatrice di una sofferenza, sulla quale è utile concentrarsi fin da subito;
5. PRIMA DI ANDARE DALLO PSICOLOGO VOGLIO FARMI PRESCRIVERE QUALCOSA DAL MIO MEDICO. SE AVRO’ ANCORA BISOGNO, ANDRO’ IN UN SECONDO MOMENTO: La figura ed il lavoro dello psicologo è cosa ben diversa rispetto a ciò che fa il medico. Quest’ultimo interviene secondo un approccio medico, spesso farmacologico, il più delle volte inadeguato alla risoluzione di un problema che ha natura psicologica. L’attenuazione dei sintomi per mezzo della medicina non equivale al superamento del problema.
I farmaci non hanno alcun potere sul comportamento e sull’autostima dell’individuo.
“Non va dallo psicologo chi ha problemi. I problemi ce li abbiamo tutti…
Va dallo psicologo chi li vuole risolvere”
Dr. Claudio Cecchi